mercoledì 23 maggio 2012

Il paese delle meraviglie


Qualche settimana fa sono tornato in Svezia per lavoro ed ho ritrovato lo stesso ambiente e le stesse sensazioni che mi portarono a scrivere le righe seguenti qualche anno fa.


Quante volte hai immaginato il paese delle meraviglie?
Probabilmente decine, se non centinaia…o almeno questo è quello che è capitato (e capita ancora) a me, ma partiamo dall’inizio, più o meno…

Prima di iniziare a parlare sognavo un mondo e una vita fatta di latte materno, calore e sonno, tanto sonno.

Poi ho iniziato a camminare, a girovagare per il mondo e ho potuto assaggiare qualcosa di diverso rispetto alle solite pappe e frullati e allora ho sognato una vita di dolci e giocattoli da lanciare in ogni dove, nonché innumerevoli pareti da poter colorare.

Dopo un po’ di tempo mi insegnarono a leggere e far di conto e iniziai a pensare che il mondo avrebbe dovuto essere pieno di mattoncini da montare e smontare nonché piccole automobili che imitassero quelle che vedevi sfrecciare veloci dal finestrino della lentissima utilitaria dei miei.

Norrkoping, municipio.
Quando iniziai a vedere dei cambiamenti evidenti nel tuo corpo, dai bicipiti che tutto ad un tratto si gonfiarono, fino ai peli che te me ritrovai negli angoli più impensati, passando per delle sensazioni strane e imbarazzanti quando vedevo foto di donne un po’ svestite, iniziai a pensare che il mondo doveva essere fatto solo di belle ragazze da portare al cinema, da baciare e chissà quali altre fantasie…ovviamente ci doveva essere il posto anche per l’amata vespa e quella sfera a chiazze pentagonali che se non stai attento ti travia al punto da dimenticare ogni altra cosa.

Poi diventai grande, lessi libri impegnati e il mio cervello incontrò pensieri di ogni genere e allora avrei voluto che il mondo fosse fatto di pace e amore, avrei voluto innamorarti di una splendida fanciulla e avere la possibilità di non lavorare mai, bensì girovagare per il mondo per conoscere tutti gli abitanti e gli ambienti della nostra madre Terra, perchè mi sentivo un cittadino del mondo e sognavo il villaggio globale dove tutti avessero tutto, ma non fossero nessuno.

Dopo qualche anno conobbi meglio il mondo e mi accorsi che ciò che sognavo poco tempo prima non era realizzabile perchè non tutti si vogliono bene e andare d’accordo è difficile. Non potevo andare dove volevo e quando volevo, perchè per viaggiare mi servivano (e servono) i soldi e per averli avrei dovuto lavorare e il mio capo non sempre mi accordò le ferie… 
Capii anche che far sì che tutti stiano bene e abbiano ciò di cui hanno bisogno è difficile se non impossibile e che la ragazza dei miei sogni forse non esiste e che a volte devo guardarmi dagli amici perchè anche loro possono tradirmi.
Norrkoping d'inverno
Ed allora iniziai a pensare che non esista un posto giusto dove vivere, mi sembra di pagare delle tasse ingiuste per il nulla (o quasi) che lo Stato mi da’ in cambio, ma non posso fare nulla per cambiare le cose. 
Ha letto le storie di chi ha dato la vita per poter avere democrazia e pace e penso che quei sacrifici sono stati inutili, perchè i politici vivono come sulla luna e non si accorgono delle reali difficoltà che milioni di persone affrontano quotidianamente.

Poi un giorno il mio capo mi dice che devo andare in un paese del nord Europa e ricordando i bei tempi delle scuole superiori, quando facevo del turismo culturale, anche se un po’ forzato, penso che potrebbe essere una buona occasione per visitare una grande e famosa capitale, anche perchè il viaggio è pagato e un week-end in ostello me lo posso permettere.

Pianifico il viaggio, prenotando l’auto a noleggio che mi permetterà di vedere qualche panorama, così dopo un paio di giorni di lavoro mi ritrovo da solo al volante di una media vettura tedesca, con la quale inizio a viaggiare verso sud.
Il cielo plumbeo sopra di me non illumina nel modo che meriterebbero gli sconfinati prati, il cui verde sembra essere il più lucente che io abbia mai visto. Gli stessi prati sono contornati da estese foreste miste di conifere e caducifoglie, il tutto immerso in un paesaggio lacuale difficile da immaginare tanto ispira grandezza e tranquillità allo stesso tempo, ma il bello deve ancora venire.
Già perchè dopo svariati chilometri durante i quali incontr solo alcune auto e pochissimi pedoni arrivo in una città con pochi semafori e tante rotonde, un bel po’ di mezzi pubblici e tantissima gente per le strade con innumerevoli biciclette.
Stoccolma, una delle piazze
Restituisco l’auto e sperimento degli autobus che dire puntuali è un eufemismo.
Mentre sono in uno dei viali pedonali mi accorgi che le ragazze intorno a me sono tutte bellissime, parlano una lingua complicata, ma far conoscenza non è difficile anche perchè il saluto dei più chiusi e riservati è un “Hei” che mi sveglia, mentre i più aperti e socievoli mi lanciano un doppio “Hei Hei” che mi dice che possiamo fare amicizia ed un sorriso a 32 denti non fa altro che aumentare una sensazione di confidenza mai provata in precedenza.

Mi muovi sereno in una grande città da quasi due milioni di abitanti, ma senza traffico caotico e senza grattacieli, dove il verde domina in mezzo ai variopinti colori di vecchi palazzi che danno un sapore antico a ciò che mi circonda, ma il cellulare in mano a quasi tutte le persone che incontri, mi ricorda che sono in uno dei paesi più avanzati del mondo.
Compro una guida e apprendo che lo stato sociale da me tanto sognato qui è una realtà. La povertà non esiste più, le tasse sono alte, ma non ci sono code agli uffici pubblici e gli ospedali non finiscono in tv, se non per scoperte degne di nota.

Mentre cammino per strade grandi e piccole, incontro gente di tutte le razze e di tutti i colori, ma mai provo disagio o paura, anzi i tanti idiomi rafforzano l’idea di pace e serenità che i sorrisi delle persone mi trasmettono.

Il Vasa, il veliero affondato all'inaugurazione
Dalle pagine che leggi apprendo che ogni cittadino ha a cuore il bene comune e che ama l’ambiente in cui vive molto più di quanto io possa immaginare e i politici, controllati in modo lungimirante da un re saggio, agiscono per il bene della comunità in ogni legge che discutono e a volte riescono a tramutare una gran figuraccia, come l’affondamento dopo appena un chilometro dal varo, della più grande nave da guerra mai costruita (il Vasa!), in un bellissimo museo, dove un maestoso vascello restaurato in ogni particolare è visitato da milioni di persone ogni anno.

Sembra impossibile che un posto così esita, vero? Eppure c’è, si chiama Svezia.
Ho girato per Stoccolma per giorni, ho visitato velocemente Uppsala e Norrkoping, visto le sue grandi pianure e i suoi grandi laghi, conosciuto la sua gente e mi è balenata l’idea che forse varrebbe la pena di provare a vivere in questo grande paese del Nord Europa…

Ora sto sorvolando le Alpi e la coltre bianca che ricopre cime e valloni mi ricorda che l’inverno è appena passato e nei prossimi fine settimana mi attendono nuovi incontri e nuove escursioni sulle mie montagne e che nonostante i lati negativi di istituzioni e persone, da molti l’Italia è considerato uno dei più bei paesi al mondo…

Le Alpi dal Campo dei Fiori


 p.s. tutte le foto sono mie.

Nessun commento:

Posta un commento