Il seguente racconto lo scrissi nel 2012, ma come sapete il Blog è nato in Aprile, quindi mi sembrava una buona idea pubblicarlo oggi sul blog, per chi l'avesse letto l'anno passato, invito a rileggerlo perchè ho modificato qualcosa per renderlo più comprensibile....
Domenica 14 febbraio 1988
Come può festeggiare il giorno di San Valentino un
manipolo di 18enni?
Organizzando una partitella a pallone sul campo
dell’oratorio, una partitella come tante, senza nessuna posta in palio, se non
qualche sfottò per la squadra degli sconfitti nei giorni a venire.
Anche Brizio si schiera tra i magnifici 14 e si mette tra
i pali, come di consueto.
Se già normalmente non brilla di luce propria
in quella posizione, quella domenica ci capisce ancora meno, così i compagni
all’inizio del 2° tempo lo “invitano” a giocare fuori, giusto per limitare al
minimo i danni.
In mezzo al campo, Brizio non è che faccia molto, quantomeno
fa numero e tenta di arginare le veloci incursioni degli avversari. Durante una
di queste azioni, lui che è un destro naturale (non che il piede sinistro sia
molto peggio, verso il basso le prestazioni si livellano ;-), si ritrova a
rincorrere un avversario che scende veloce sulla fascia destra.
Passo dopo passo riesce ad affiancare l’incursore e nel
momento in cui egli inizia a convergere verso il centro, Brizio decide che è il
momento di interrompere quel possibile pericolo.
Mentre si trova
spalla a spalla allunga la falcata, punta con decisione il piede destro
affondando tutti i tacchetti nella sabbia resa dura come il cemento dalle
intemperie e dalle rigide temperature invernali, carica il piede sinistro con
l’intenzione di colpire con decisione la palla e mandarla fuori campo.
Ora immaginate un campo di battaglia tra gli irriducibili
Galli di Asterix e Obelix contro gli invasori romani, con le loro avanzate
tecniche di guerra e paragonate la gamba sinistra del malcapitato Brizio ad una
catapulta romana che lancia balle di fieno infuocato al di là delle postazioni
nemiche.
Nel momento di massima estensione la punta della
scarpetta affonda su una cunetta che magicamente diventa il fulcro di una
catapulta, che ha come braccio la gamba sinistra di Brizio e al posto di una
palla infuocata diretta verso un
manipolo di Galli, si ritrova il baricentro del suddetto improvvisato
incontrista che diventa egli stesso un fax simile di palla infuocata, solo che
il fuoco è concentrato al centro del ginocchio ed invece delle urla dei Galli
bruciacchiati si ode un solo singolo gemito, mentre una figura umana si
accartoccia su se stessa (a mo di palla...) e finisce fuori dal campo...
Le successive visite e diagnosi dichiarano la
frammentazione dei menischi e la parziale lacerazione del legamento crociato
anteriore; il tempo porta a 3 operazioni diluite nell’arco di 16 anni, ma il
Piccolo Grande Amore di Brizio, il suo amato ginocchietto sinistro è ancora lì e a
distanza di 25 anni da quell’evento ancora gli consente di camminare, correre,
scalare, sciare; forse potrebbe persino giocare nuovamente a pallone, ma al
solo avvicinarsi di una sfera rotolante il ginocchietto manifesta un malessere
(sotto forma di tremolii e interne vibrazioni) che blocca sul nascere ogni
possibile idea calcistica.
Ecco a cui dedico il giorno di San Valentino, al mio
ginocchio sinistro, non solo perchè pur non avendo alcuni pezzi (menischi ed
LCA sono finiti in un vasetto...) risponde sempre presente, ma soprattuto perchè
da un evento sgradevole è nata la possibilità che mi innamorassi della mia
attuale Musa, la Montagna....
una dea che mi regala emozioni a volte
indescrivibili, a volte incomprensibili, a volte estasianti, a volte dolorose,
ma pur sempre Emozioni, che rendono la vita degna di essere vissuta...
Probabilmente senza quell’evento traumatico, ora sarei
uno tra i milioni di seguaci del dio-pallone...
incollato alla TV a vedere
ricchi ragazzotti di poco più di vent’anni che correndo dietro ad un sfera a
esagoni distolgono l’attenzione dai fatti importanti che accadono nel mondo...
Invece sono uno modesto alpinista...ecco che oggi, nel giorno
commercialmente dedicato agli innamorati (ma io regalerei i Baci Perugina 365
volte in un anno...se ne avessi la possibilità) regalo queste righe al mio
stoico ginocchio sinistro ed alla Montagna, la dea di cui ho avuto la
possibilità di innamorarmi.
Brizio