venerdì 29 giugno 2012

Finalmente il sole

Corso di Alpinismo 2012


Metti i chiodi...togli i chiodi...







Come ogni anno all'inzio della primavera la Scuola di Alpinismo e Scialpinismo R&R Minazzi ha dato il via al Corso di Alpinismo. 
Max: "fammi una foto così si vede quanta paura ho..."








 


Con il passare delle settimane ed il succedersi delle uscite era evidente l'impressione che quello di qs'anno fosse un corso stregato o che avesse ricevuto una fattura... 
forse da qualcuno degli esclusi (purtroppo 8 su 20 candidati a malincure non hanno potuto partecipare), perchè quasi tutte le volte, poco o tanto il maltempo aveva condizionato l’esito delle gite. 

Avevamo sofferto il freddo e battuto in ritirata durante le prime uscite al Campo dei Fiori...

Nebbia e acqua... le ns inseparabili compagne
Mauro: "quando piove, si sta a casa... di solito"
Davide: "è stata dura passae nella nebbia...

 avevamo preso litri e litri d’acqua al Monte Orsa, 
Piove...una novità

Cerca un punto per fare la sosta....

Adriano: "dato che non si può scalare....BEVO"

Silvana: "Ti prego, fa che smetta..."





















avevamo chiuso in anticipo l’uscita in Valle Maggia e rimandato al gita al Prevat, sperando che tutto qs sarebbe servito per avere bel tempo alle uscite finali in montagna, quella vera.

Michele: "i moschettoni si mettono all'imbrago"

Max: "oh ma qui si scala x davvero..."

Max: "non guardo giù che è meglio..."

Max: "bhe qui spiana..."

Max da primo...l'iniziazione...

Mauro: "che hai da guardare? non ti piacciono le mie calze?

















































E finalmente il sole arrivò, prima al Furka per imparare a muoversi su ghiacciaio e le manovre necessarie per reagire ad una caduta in un crepaccio e poi alla Presanella dove il sabato la Madre Terra ci ha messo sull’avviso, mandandoci qlc nuvola con un po’ d’acqua in eccesso che ci ha spronato a ripetere le manovre necessarie su ghiaccio perchè la domenica avremmo affrontato un vero ghiacciaio alla base di una vera montagna.


Rifugio Denza, tutti attenti
Così dopo una bella cena...allietata dalla fisarmonica e dall’ugola del brillante gestore del rifugio Denza, siamo andati a dormire puntando la sveglia alcuni prima delle 2 del mattino altri alle 3e30.






Oh ma c'è una conferenza?

No...è solo il gestore con la sua fisarmonica, ma chi jodel!!!


















Come in ogni rifugio che si rispetti, abbiamo trovato chi ha preferito tagliare alberi con una moderna motosega piuttosto che dormire, così per qualcuno è stata una notte, o meglio alcune ore, insonni, ma tant’è questo è e questo ci dobbiam tenere...ad ogni modo una frugale colazione ci ha portato a prepararci ed a uscire trovando una bella frescura ad accoglierci.
Pronti?
 

Il versante nord della Presanella all'alba
Seguendo gli ometti ci siamo incamminati verso il ghiacciaio che abbiamo raggiunto quando la luce, pur in assenza del sole, che ancora stentava a svegliarsi, ha inondato la Presanella ed il suo bellissimo versante nord.
Poco sopra il Passo Cercen

Prima di inoltrarci verso il passo Cercen abbiamo guardato da lontano i nostri amici superare la terminale sotto la classica nord ed augurato loro buona salita.
Raggiunto l’avvallamento nevoso alla base della parete invece di seguire le tracce della via Normale, che ci avrebbe portato sulla lato superiore della morena di destra, abbiamo optato per raddrizzare un pochino il tracciato, stando non molto lontani dalle rocce. Così facendo abbiamo raggiunto la Normale circa 100mt più su del passo e dopo circa un’ora abbiamo raggiunto la sella di Freshfield.... dove abbiamo ricompattato il gruppo.
al di là della bocchetta

















 
La cima mancata...ma siam contenti lo stesso
Dato che la prima cordata ha impiegato più di 4h per arrivare alla bocchetta e che in 4h e 30 avremmo dovuto raggiungere la cima abbiamo deciso di considerare la bocchetta il nostro obbiettivo, in modo da consentire a tutti di rientrare al rifugio e da qui all’auto, in condizioni psicofisiche accettabili e non completamente sfatti...






Prima di ripartire verso valle, ci siamo cimentati in alcuni passaggi di misto sulla crestina a destra della bocchetta, così gli allievi hanno potuto saggiare le loro “abilità” nel camminare su rocce affilate ed instabili con e senza ramponi...
Passi di misto

Sembra quasi il Cervino

Il punto più alto, oltre 3300mt
Stanchi ma contenti, ci siamo riuniti al rifugio, sorseggiando birra e gustando una fresca anguria portata su dall’insostituibile Adrian.
Un grazie a tutti per le 2 belle giornate ed in particolare ai miei soci di cordata Mattia e Max, che si sono sorbiti anche i miei logorroici discorsi nelle lunghe ore in auto...
Ci ritroveremo su queste stesse pagine, fra un paio di settimane a commentare l’ultima uscita, prevista al Corno Stella, nelle Alpi Marittime.
Brizio

lunedì 4 giugno 2012

un Oceano in... Valle...


La stagione che sta per arrivare (sempre che sia ancora l'estate...) porterà gli alpinisti a provarsi su terreni difficili con obiettivi ambiziosi, e visto che ques'anno non posso raccontarvi (per ora ;) di salite appena compiute, la memoria mi riporta a qualche anno fa quando scrissi le poche righe che seguono, dopo aver ripetuto una delle più belle vie che potete trovare e ammirare in Val di Mello, una piccola, ma incredibilmente bella laterale della Val Masino, figlia della più grande e nota Valle lombarda, la Valtellina. 

Questa settimana vi porto "virtualmente" in una specie di angolo di paradiso...
un luogo tutto italiano, che nessuno ci può contendere e che molti ci invidiano...
Alcuni la definiscono la Yosemity italiana, ma molti arrampicatori la chiamano semplicemene “Valle” senza aggiungere altro; difatti dopo una prima visita riesce difficile immaginare un luogo che riesca ad abbinare così bene, la dolcezza dei prati verdi solcati da un limpido torrente, con la severità e la magnificenza di verticalissime pareti di roccia rossa, contronate da cime innevate.

Il Toni alla base della magnifica fessura
Fin dalle prime arrampicate sentii parlare degli itinerari che videro all’opera tra i più abili e visionari scalatori italiani; tutte le volte che vi sono tornato ho guardato e rimirato a lungo il Precipizio degli Asteroidi, chiedendomi se mai sarei riuscito a percorrere Oceano Irrazionale, una delle più belle e famose vie della Valle. 
Quest’anno, causa un prolungato stop forzato, ho dovuto rinunciare all’alta quota e alle sue splendide, ma lunghe cavalcate. Non appena ho potuto riprendere gli allenamenti, una forte determinazione mi ha aiutato a recuperare presto l’abitudine a superare il VI grado, così dopo aver salito Cochise con il Beppe, alle Dimore degli dei, l’idea di tuffarmi nell’Oceano si fece sempre più forte e avendo ricevuto un bel "si andiamo" dal Toni, non mi resta che partire ed tuffarmici dentro.

Guerini e Villa, con l’atuzia dei capitani di lungo corso, soffiarono la prima salita a Merizzi e Boscacci nell’ormai lontanissimo 1977, e quando sei dentro nei bellissimi tiri della fessura inziale, ti chiedi come fecero a superare quelle difficoltà con l’attrezzatura di allora.

Anche oggi è neccessario un buon sangue freddo per superare diversi metri improteggibili, ma le protezioni veloci e le scarpette del nuovo millennio rendono la salita un pò più abbordabile, ma non certo facile. 

La roccia è eccellente e le difficoltà non mollano mai fino all'uscita della Tromba. 
La Tromba

Per Lei bisogna fare un discorso a parte; dal basso è impressionante, quando ci sei dentro trattenendo il fiato la superi senza accorgertene (ma per mia fortuna, l'alternanza dei tiri ha portato il Toni ad affrontarla da primo...).
Una volta usciti dalla fessura il mito sembra svanire nell'Oceano quasi noioso di placche grigie rotte dai flutti d'erba a volte infidi, fino a quando in doppia non le ripassi accanto. Solo allora ti rendi conto di ciò che hai fatto…



Val di Mello - Precipizio degli Asteroidi - 1580mt - Parete Sud

OCEANO IRRAZIONALE
480 m (12 L ) - VII (6a obbl.)
Materiale. in via 2 spit e qualche chiodo, soste attrezzate su chiodi e cordoni. Portare 2 corde da 50 m, serie di friends e nut e maxi friends fino al n° 4 Camalot.

Il secondo tiro
Avvicinamento:  subito dopo il ponticello oltre il parcheggio sterrato prendere a sinistra una traccia nel prato; poco dopo si incrocia un bel sentiero in piano, andare a destra e subito a sinistra in salita. Seguire l'ottima traccia e gli ometti, attraversando il torrente abbastanza in alto. Una volta superato il bosco sopra il torrente, non  si può più sbagliare. Arrivati alla grande cengia erbosa risalirla fino a poter vedere la fessura, in prossimità di una grossa lama staccata ed un caratteristico albero dal tronco ad L.

Relazione: attacco originale: superare la lama e una placca di V fino alla prima sosta.
Attacco facile: portarsi al limite destro della lama, salire ad una cengia (IV) e traversare fino alla sosta.
Traversare a sinistra (6a+), e leggermente in salita, (spit martellato), scendere un metro e su erba e blocchi giungere alla sosta 2 (anelli con calata).
Salire al primo chiodo superando un muro erboso; raggiungere la fessura, sopra la quale (a sx) c'è uno spit vecchio. Seguire la fessura, (6a) prima appoggiata poi verticale fino alla sosta 3. (chiodi) Buone possibilità di proteggere con nuts e friends medi.
Da qui seguire la fessura per circa 15mt, con buone possibilità di protezione. Non considerare una sosta a spit sulla destra, ma continuare dritti, nella fessura che diventa camino improteggibile per altri 10mt fino ad un basello. Prendere una lama larga circa 1mt e risalirla (senza possibilità di proteggere) fino ad un masso incastrato. Prendere fiato, proteggersi con dadi piccoli nella fessura e risalirla fino ad una sosta vecchia e non buona, traversare a dx fino all'ottima sosta 4 su comodo terrazzino (6a), da qui ammirate bene la Tromba (e decidete se continuare o no, una volta partiti non potete più scappare in doppia...)
Salire verticalmente fino ad un chiodo con cordino. Prendere bene la lama (buoni appigli all'interno, ma ortogonali alla fessura) e traversare verso dx (si può anche incastrare ginocchio e braccio sx) superando 2 chiodi con cordino. Qui bisogna avere un camalot n°3,5 o meglio 4, oppure trattenere il fiato e puntare alla sosta 5 dentro una comoda nicchia. (6a+)
Se la Tromba, non vi ha "trombato", aggirate uno spigolo sporgente e superate i pochi metri che vi separano dalla sosta 6 (cordone su albero). Sono solo 10mt (6b), ma pieni di terra, indi difficili da fare in libera, ma ci sono 3 cordini che possono aiutare. Traversare a sx per 20mt (III) fino ad un'altro albero (sosta 7).
Il terzo tiro
Da qui seguire una serie di placche e camini senza percorso obbligato e senza possibilità di proteggere (V), per circa 130mt, fino ad una fessura verticale (sosta). Da qui l'orginale supera la fessura incastrando un ginocchio e richiede maxi friends (V+, VI), sostando in cima e poi traversando a dx (II) fino ad un grosso albero (sosta); si può anche andare a dx subito seguendo una serie di fessure, puntando direttamente all'albero (V+).
Da qui altri 100-150mt di placche erbose, saltini e canalini di III, IV e V grado ci portano alla sommità.

Discesa: dal piattone sommitale prendere a sx (faccia a monte) una traccia che porta alle placche dove si trova la prima delle doppie (le prime 3 sono spostate a sx), che riportano nei pressi dell'attacco.

Andate e fatemi sapere le emozioni che proverete.
Brizio