La stagione che sta per arrivare (sempre che sia ancora l'estate...) porterà gli alpinisti a provarsi su terreni difficili con obiettivi ambiziosi, e visto che ques'anno non posso raccontarvi (per ora ;) di salite appena compiute, la memoria mi riporta a qualche anno fa quando scrissi
le poche righe che seguono, dopo aver ripetuto una delle
più belle vie che potete trovare e ammirare in Val di Mello, una
piccola, ma incredibilmente bella laterale della Val Masino, figlia
della più grande e nota Valle lombarda, la Valtellina.
Questa settimana vi porto "virtualmente" in una specie di angolo di paradiso...
un luogo tutto italiano, che nessuno ci può contendere e che molti ci invidiano...
Alcuni la definiscono la Yosemity italiana, ma molti
arrampicatori la chiamano semplicemene “Valle” senza aggiungere altro; difatti dopo una
prima visita riesce difficile immaginare un luogo che riesca ad abbinare così
bene, la dolcezza dei prati verdi solcati da un limpido torrente, con la
severità e la magnificenza di verticalissime pareti di roccia rossa, contronate
da cime innevate.
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Il Toni alla base della magnifica fessura |
Fin dalle prime
arrampicate sentii parlare degli itinerari che videro all’opera tra i più abili
e visionari scalatori italiani; tutte le volte che vi sono tornato ho guardato
e rimirato a lungo il Precipizio degli Asteroidi, chiedendomi se mai sarei
riuscito a percorrere Oceano Irrazionale, una delle più belle e famose vie
della Valle.
Quest’anno, causa un prolungato stop forzato, ho dovuto rinunciare
all’alta quota e alle sue splendide, ma lunghe cavalcate. Non appena ho potuto riprendere
gli allenamenti, una forte determinazione mi ha aiutato a recuperare presto
l’abitudine a superare il VI grado, così dopo aver salito Cochise con il Beppe, alle Dimore
degli dei, l’idea di tuffarmi nell’Oceano si fece sempre più forte e avendo ricevuto un bel "si andiamo" dal Toni, non mi resta che partire ed tuffarmici dentro.
Guerini e
Villa, con l’atuzia dei capitani di lungo corso, soffiarono la prima salita a
Merizzi e Boscacci nell’ormai lontanissimo 1977, e quando sei dentro nei bellissimi
tiri della fessura inziale, ti chiedi come fecero a superare quelle difficoltà
con l’attrezzatura di allora.
Anche oggi è neccessario un buon sangue freddo
per superare diversi metri improteggibili, ma le protezioni veloci e le
scarpette del nuovo millennio rendono la salita un pò più abbordabile, ma non
certo facile.
La roccia è eccellente e le difficoltà non mollano mai fino
all'uscita della Tromba.
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La Tromba |
Per Lei bisogna fare un discorso a parte; dal basso è
impressionante, quando ci sei dentro trattenendo il fiato la superi senza
accorgertene (ma per mia fortuna, l'alternanza dei tiri ha portato il Toni ad affrontarla da primo...).
Una volta usciti dalla fessura il mito sembra svanire nell'Oceano
quasi noioso di placche grigie rotte dai flutti d'erba a volte infidi, fino a
quando in doppia non le ripassi accanto. Solo allora ti rendi conto di ciò che
hai fatto…
Val di Mello - Precipizio degli Asteroidi - 1580mt -
Parete Sud
OCEANO
IRRAZIONALE
480 m (12 L ) -
VII (6a obbl.)
Materiale. in
via 2 spit e qualche chiodo, soste attrezzate su chiodi e cordoni. Portare 2
corde da 50 m, serie di friends e nut e maxi friends fino al n° 4 Camalot.
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Il secondo tiro |
Avvicinamento: subito dopo il ponticello oltre il parcheggio
sterrato prendere a sinistra una traccia nel prato; poco dopo si incrocia un
bel sentiero in piano, andare a destra e subito a sinistra in salita. Seguire
l'ottima traccia e gli ometti, attraversando il torrente abbastanza in alto.
Una volta superato il bosco sopra il torrente, non si può più sbagliare. Arrivati alla grande
cengia erbosa risalirla fino a poter vedere la fessura, in prossimità di una
grossa lama staccata ed un caratteristico albero dal tronco ad L.
Relazione: attacco originale:
superare la lama e una placca di V fino alla prima sosta.
Attacco facile:
portarsi al limite destro della lama, salire ad una cengia (IV) e traversare
fino alla sosta.
Traversare a
sinistra (6a+), e leggermente in salita, (spit martellato), scendere un metro e
su erba e blocchi giungere alla sosta 2 (anelli con calata).
Salire al primo
chiodo superando un muro erboso; raggiungere la fessura, sopra la quale (a sx)
c'è uno spit vecchio. Seguire la fessura, (6a) prima appoggiata poi verticale
fino alla sosta 3. (chiodi) Buone possibilità di proteggere con nuts e friends
medi.
Da qui seguire
la fessura per circa 15mt, con buone possibilità di protezione. Non considerare
una sosta a spit sulla destra, ma continuare dritti, nella fessura che diventa
camino improteggibile per altri 10mt fino ad un basello. Prendere una lama
larga circa 1mt e risalirla (senza possibilità di proteggere) fino ad un masso
incastrato. Prendere fiato, proteggersi con dadi piccoli nella fessura e
risalirla fino ad una sosta vecchia e non buona, traversare a dx fino
all'ottima sosta 4 su comodo terrazzino (6a), da qui ammirate bene la Tromba (e
decidete se continuare o no, una volta partiti non potete più scappare in
doppia...)
Salire
verticalmente fino ad un chiodo con cordino. Prendere bene la lama (buoni
appigli all'interno, ma ortogonali alla fessura) e traversare verso dx (si può
anche incastrare ginocchio e braccio sx) superando 2 chiodi con cordino. Qui
bisogna avere un camalot n°3,5 o meglio 4, oppure trattenere il fiato e puntare
alla sosta 5 dentro una comoda nicchia. (6a+)
Se la Tromba,
non vi ha "trombato", aggirate uno spigolo sporgente e superate i
pochi metri che vi separano dalla sosta 6 (cordone su albero). Sono solo 10mt (6b),
ma pieni di terra, indi difficili da fare in libera, ma ci sono 3 cordini che
possono aiutare. Traversare a sx per 20mt (III) fino ad un'altro albero (sosta
7).
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Il terzo tiro |
Da qui seguire
una serie di placche e camini senza percorso obbligato e senza possibilità di
proteggere (V), per circa 130mt, fino ad una fessura verticale (sosta). Da qui
l'orginale supera la fessura incastrando un ginocchio e richiede maxi friends
(V+, VI), sostando in cima e poi traversando a dx (II) fino ad un grosso albero
(sosta); si può anche andare a dx subito seguendo una serie di fessure,
puntando direttamente all'albero (V+).
Da qui altri
100-150mt di placche erbose, saltini e canalini di III, IV e V grado ci portano
alla sommità.
Discesa: dal piattone
sommitale prendere a sx (faccia a monte) una traccia che porta alle placche
dove si trova la prima delle doppie (le prime 3 sono spostate a sx), che
riportano nei pressi dell'attacco.
Andate e fatemi sapere le emozioni che proverete.
Brizio