mercoledì 2 maggio 2012

Goulotte Cherè, buona la seconda.


Correva l’anno 2002 e la mia voglia di montagna era alta. 
Da poco avevo conosciuto il Tony (ad una delle gare del circuito Wolrd Ice Cup, aveva mostrato l’allora già altissima passione e abilità sulle punte dei ramponi e con le picche in mano) ed ogni tanto riuscivo a legarmi alla sua corda. 


 
Quando mi propose di andare sul Bianco a salire una Goluotte sul Trident du Tacul non ci pensai nemmeno un minuto per accettare. Come potevo rifiutare l’invito del migliore ghiacciatore che allora conoscevo? (e ancora oggi, penso sia il migliore tra quelli che conosco personalmente).
Così partimmo di buon mattino (molto buon mattino...) per poter essere a Chamonix in tempo per prendere la 1° funivia che ci avrebbe portato all’Aiguille du Midi.
Sarà stata la levataccia, la salita in funivia, l’avvicinamento veloce o l’incontro in via con una Guida Alpina francese non proprio simpatica e rispettosa...non so bene cos’è stato, ma quel giorno il Tony stette male e alla sosta del 3° tiro (prima del tiro chiave) decidemmo di scendere.

Non mi sono mai pentito di quella decisione, perchè ero convinto che il Trident mi avrebbe dato un’altra opportunità e poi perchè, va bene la passione e la voglia di scalare in ambiente (e che ambiente!!) ma prima di tutto (allora come ora) ci sono le persone ed in certe situazioni il socio con cui sei legato è molto più di un amico e ciò che si fa e decide, lo si fa insieme per il miglior risultato possibile (sotto ogni punto di vista).
La convinzione che il Trident mi avrebbe permesso nuovamente di calcare il suo ghiaccio si è materializzata nella prima settimana di Marzo di quest’anno.



I nuovi Istruttori Sezionali della Scuola di Alpinismo R&R Minazzi, Adrian, Michele e Raffa, (i puledri) sostenuti dal Gas e dall’esperto Alex (il Dutur), non volevano assolutamente perdere le buone previsioni date per il week-end dell’11 Marzo.
I loro sogni e aspirazioni erano giustamente altissime, spingevano quasi tutti per salire le difficili Gabarrou-Albinoni e Modica-Noiry; d’altronde ad un’eta più prossima ai 20 che ai 30 e con già tante salite di media e alta difficoltà alle spalle, volevano puntare direttamente al top.
Dopo un anno sabbatico preso nel 2010, durante il quale mi sono dedicato completamente al piccolo (ora grande) Iago, di cui vi parlerò un’altra volta; nel 2011 ho ripreso a scalare assiduamente, con un approccio per me nuovo che pone al primo posto lo stile e pensa ad obiettivi certamente raggiungibili e non per forza di richiamo o di alta difficoltà come prima; qs ha fatto si che dopo essere stato invitato dall’agguerrito gruppetto a completare la 3° cordata, mi sono ritrovato a fare da “freno a mano”.
Non perchè mi impaurisse il versante Nord-Est del Mont Blanc du Tacul, fisicamente non penso avrei avuto problemi ad affrontare gli oltre 600mt delle famose goulotte (anche se qualche dubbio l’avevo), ma l’alta montagna (in ogni caso saremmo andati oltre i 3500mt di quota) ed il massiccio del Monte Bianco mi imponevano un doveroso rispetto che ho tentato di trasmettere agli altri.
Dopo un fitto scambio di mail durato circa 3gg, in cui abbiamo condiviso le difficoltà tecniche, ambientali e di possibile affollamento siamo arrivati all’accordo che ci saremmo divisi tra il Mont Blanc du Tacul ed il fratello minore, Trident. 
La cordata più in forma (lo spagnolo e il dutur) avrebbe ritentato la salita che li aveva ribattuti pochi mesi prima (non per difficoltà, ma per una saggia scelta di non subire una mitragliata di aghi di ghiaccio cadenti dall’alto), mentre io e Michele eravamo più e meno d’accordo per la Cherè (la mia seconda chance...), Raffa e Gas erano ancora indecisi, ma alla fine hanno fatto gruppo con noi e la domenica mattina ci aprivano la strada verso l’alto sul ghiaccio plastico e già pedonato di una delle più frequentate goulotte d’alta quota.
Così a 10 anni di distanza, con una strategia diversa (niente levataccia, ma notte tranquilla al Refuge de Cosmiques), mi sono ritrovato a tu per tu con una delle poche salite che hanno richiesto più di una mia visita.
In 10 anni la voglia di scalare e la passione per l’alta quota non è cambiata, il socio con cui avrei scalato, non sarebbe stato il Tony, ma la sua indubbia esperienza e abilità su ghiaccio si sono rivelate ancora una volta fondamentali, dato che mi ha suggerito l’acquisto delle recenti Black Diamond Reactor, grazie alle quali il ghiaccio della Cherè è scappato dietro di noi ed in poche ore siamo giunti al termine della via.
Una volta giunti di nuovo sul ghiacciaio, dopo essersi ricaricati sulle spalle gli zaini, i miei 3 soci hanno chiuso i ganci degli scarponi e ricongiuntisi con i due rientranti dalla Gabarrou-Albinoni, tutti insieme si sono avventurati nella discesa della Valle Blanche.
Io, grato al Trident per avermi rilasciato il permesso di scalata e felice per la buona compagnia, mi sono incamminato verso la stazione della funivia che mi ha riportato a Chamonix, dove ho aspettato i miei soci in compagnia di una coppia di alpinisti spagnoli, conosciuti al rifugio la sera prima e che hanno scalato la Cherè dietro di noi.
Quindi “buona la 2a” grazie a Michele e al Trident du Tacul, nonchè ad Adrian, Alex, Gas e Raffa (che mi ha permesso l’utilizzo delle sue foto, in quanto la mia Nikon mi ha abbandonato per il freddo...).

Brizio

PS Salita effettuata il 10 e 11 Marzo 2012
I dati tecnici della salita li trovate qui: Goloutte Cherè by Gulliver

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